presenta
The house of perfumes
AAppena arrivata ad Aÿ, il piccolo paesino adagiato sulla sponda de La Marne e circondato dalle colline di vigneti Grand Cru, corsi subito alla scoperta della Maison, attraverso le stradine del centro. Ero a dir poco elettrizzata, piena di aspettative: ero stata guidata fino a lì dal mio naso, e adesso non stavo più nella pelle. Volevo scoprire tutto su quel luogo e sulla sua essenza frizzante. Sui suoi profumi, e sui segreti che li generavano. Lì, e solo lì, aveva origine ogni cosa:
la magia della fermentazione,
la maturazione, il tasting.
La grande cancellata in ferro era aperta: la dimora color crema in stile champenois, con il suo tetto di ardesia grigio-blu, era lì che mi aspettava. Entrai, passando attraverso il patio, e mi ritrovai nel grande salotto. Mi sentii subito a casa. E poi in un attimo il mio naso venne travolto da mille sentori, mille profumi da cui sgorgavano altrettante sensazioni:
Tutta quella necessaria a generare
il mistero del perlage.
Finalmente ero lì e potevo percepire tutte le sfumature, tutte le ispirazioni. Gli agrumi freschi, la frutta matura, i fiori d’acacia. Il naso pervaso dalle note fruttate delle fragole di bosco del Rosé. Pan di zenzero e mandorle tostate. Si sentivano anche tocchi di nocciole, tabacco biondo, fiori passiti, caramello e corteccia.
Non è raro che l’effervescenza delle bollicine faccia da vero e proprio sfondo alle sensazioni olfattive e che - dopo un effluvio di fiori bianchi - facciano la sua comparsa la scorza d’arancia o le bacche selvatiche. Ogni Champagne ha le sue note:
Quel particolare profumo era gustoso e intenso, la sua personalità aveva corpo e carattere. Girando per la Maison Lallier, ero decisa a scoprirne ogni ragione: forse il fattore decisivo era la straordinaria abilità, maturata in tutti gli anni di produzione, dal lontano 1906 fino ad oggi? Oppure la scelta di utilizzare solo una piccola quantità di vins de réserve? E se, invece, fosse stata la natura del terroir ad esprimersi nell’originalità aromatica di ogni cuvée? Oppure la differenza nasceva dalla scelta di utilizzare per le fermentazioni solo dei lieviti «fatti in casa»?
Al primo naso, colsi immediatamente il suo profumo persistente, la freschezza della frutta gialla, l’intensità degli agrumi canditi e della crosta di pane. Poi, dopo alcuni istanti, il mio “secondo naso” catturò il suo aroma profondo:
e raffinato
Tutte le mie domande svanirono in un momento: quella Maison era un luogo pieno di vita e frizzantezza. Lì nascevano bollicine capaci di rendere veramente straordinario ogni momento.