ÈÈ sera, finalmente si spengono le luci della palazzina Liberty. La ammiro ancora una volta: è bellissima e nel nuovo disegno ha conservato, insieme alla sua facciata, il fascino di edificio industriale e la sua eleganza. Era una fabbrica di mattoni di colore rosso, oggi è uno spazio pieno d’arte e di stupore. È tutto il giorno che aspetto che su questo luogo meraviglioso cali il sipario, che la meraviglia dei rossi laccati e riflessi, delle installazioni artistiche, degli schermi interattivi diventino buio e vivano solo per me.
Ecco, ci siamo, manca un attimo: tra poco le grafiche pubblicitarie si illumineranno, i monitor si animeranno con gli spot dei Caroselli e le immagini di registi noti come Federico Fellini, Paolo Sorrentino, Stefano Sollima, Matteo Garrone. La red passion prenderà vita unicamente per i miei occhi, tra un manifesto di Dudovich, l’arte di Depero e Ugo Nespolo, i disegni di Munari e le affiche originale della Belle Époque.
Benvenuti nella
Galleria
un’opera d’arte essa stessa. Questo non è solo un posto dove ammirare di più di quattromila opere d’arte, è tutta la storia del nostro Paese, della nostra Milano, dei nostri aperitivi, del nostro cinema. È un museo vivo: il racconto dei sogni di tutti, è tutto qui. Scivolo velocemente fuori dal foglio di carta, ed eccomi, custode unico di questa galleria ricca di atmosfere. Sì, certo, mi presento. Sarò io ad accompagnarvi durante questo viaggio magico che compio ogni sera, per riaccendere e tenere vivi i sogni custoditi qua dentro. Chi sono?
Un personaggio piuttosto famoso.
Lo Spiritello, come mi conoscono oggi.
Mi ha inventato tantissimo tempo fa, il pittore Leonetto Cappiello in onore del Bitter Campari e sono nell’immaginario di tutti. Un’icona della pubblicità, quella dei manifesti. Questa calzamaglia rossa, da dove viene? Non mi sta bene? Ha il colore del Bitter e i suoi piccoli pois bianchi si ispirano alla Soda. Vivo circondato da una scorza d’arancia, e ho un carattere veramente allegro, frizzante. Chi meglio di me può guidarvi tra queste mura? Meraviglia, gioia, occhi incantati e molto di più. Andiamo, venite con me? Comincio sempre dal piano terra: sì lo so, sono abitudinario. Per prima cosa mi fermo davanti al primo schermo che si incontra entrando: compone la parola Campari con mille lettering diversi, è un rito ipnotico.
Poi mi incanto davanti a
Fellini
il nostro amato Fellini realizzò la sua prima pubblicità proprio per Campari, legato dal ricordo di suo padre che faceva l’aperitivo con questa famosa bevanda. Nelle pareti video scorrono le immagini dello spot: le guardo, e le riguardo, mi riportano indietro nel tempo. Tra queste opere, curiosando, leggendo, esplorando, ho scoperto una storia che è anche la mia.
Tutto iniziò con Gaspare, il padre fondatore di Campari e l’inventore del famoso Bitter – pensate che questa ricetta è ancora oggi segreta - e continuò con suo figlio Davide, l’innovatore, l’imprenditore, l’appassionato di arte. La sua passione circola liberamente in questo edificio, insieme alla mia. Senza di lui nemmeno io sarei mai venuto al mondo, ma soprattutto senza di lui non sarebbe mai stato inventato il primo aperitivo monodose della storia: il Campari Soda, con quel suo colore unico.
Ma, avete mai notato quant’è straordinaria la bottiglietta? Pensate che non è quasi mai cambiata dal 1932 ad oggi. Senza etichetta, la sua texture smerigliata richiama la buccia di un’arancia e suggerisce le goccioline di condensa: una bottiglietta quasi parlante.
Beh, la ha disegnata il futurista Fortunato Depero, che con Davide Campari diede vita a una lunga collaborazione artistica e a tantissime opere che potrete ammirare qua dentro. Ecco, guardate che leggerezza e quanta ironia nelle grafiche in bianco e nero dei suoi cocktail. Sono ancora moderne. Ma non c’è solo lui: che favola, le parole e le immagini di Bruno Munari. Mi emoziono ogni volta come se fosse la prima davanti al suo manifesto creato per l’inaugurazione della linea metropolitana M1 di Milano, la “rossa”, con i suoi lettering optical che si animano attraverso la velocità. E i suoi disegni per il “Cantastorie”, le poesie illustrate del Corriere della Sera, dedicata alle glorie del Bitter e del Cordial? Arrivo al grande tavolo digitale e con pochi tocchi, sfoglio le pagine digitali per ammirare queste rarità.
Ma andiamo avanti. Saliamo al piano superiore, altrimenti passerete qua con me tutta la notte.
Ci accoglie un fiume
Rosso di Campari
sgorga dal collo di una bottiglia gigante, incastonata nella parete di fondo e attraversa lo spazio. Guardate, dal soffitto pendono tantissime gocce di Campari, arricchite da arance, e scorze arrotolate giganti. Credo che questo piano ci sorprenderà. È pieno di oggetti parlanti, curiosi, iconici: francobolli, dischi a 78 giri, enormi tappi di Campari, collezioni di bicchieri per l’aperitivo, non si sa dove guardare. Un lampadario di design fatto con le bottigliette di Campari Soda? C’è anche lui, anzi ce ne sono tanti, appesi al soffitto. Illuminante. Ma cosa sono queste maniglie del tram? Sono vere? Posso attaccarmi? Facendo una lieve pressione verso il basso, mostrano in successione il nome dei prodotti. Ci ricordano gli anni Trenta, come le stanze del mondo bar.
Venite, guardate: i preziosi shaker in argento e cristallo, le prime bottiglie che Davide Campari regalava ai caffè, gli specchi decorati con immagini dei manifesti storici.
Torniamo indietro nel tempo. È ora di fermarsi però. Anche stasera si è fatto troppo tardi: incredibile, mi lascio trasportare ogni volta dall’immaginazione. Una bottiglietta, un bicchiere, un calendario, ogni oggetto ha la forza di attrarci come una potente calamita, trascinandoci nella meraviglia.
È notte fonda, chiudo le porte e spengo le luci, che avevo acceso solo per noi. Per voi.