Un'onda arancione di spontaneità

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Un'onda arancione
di spontaneità

PPer conoscere la storia prendi il tuo bicchiere. Guardalo e torna indietro di qualche milione di brindisi. Cento anni di "Cheers". Cento anni di quelli veri, che non si contano sulle dita di una mano.

Se hai superato tutti quei brindisi sei nel 1919, e hai appena superato una guerra. È giugno e sei alla fiera internazionale di Padova, in Prato della Valle. Fiumi di persone si riversano nei padiglioni in cerca di scoperte. Si sentono voci ovunque, colori, profumi e un forte odore di irrefrenabile fermento.

Tutti hanno voglia di ripartire. Tutti tranne i fratelli Barbieri, loro sono esattamente dove vogliono essere. Luigi e il fratello Silvio presentano ufficialmente il loro personale distillato a base di erbe.

I due fanno colpo. Fanno colpo al primo colpo, è la prima edizione della fiera, ma è subito un successo. E la loro piccola grande creatura diventa una delle più amate, da italiani e non.

Adesso guarda quel ragazzo al tavolo quattro. È due giorni che si presenta alla stessa ora per cercare di parlare con quella ragazza.

Guardalo bene e cancellalo dalla tua mente, quello che hai nel bicchiere non c'entra nulla con loro.

Non ha bisogno di tempo per conquistarti, è in grado di creare connessioni per sua natura.

È questa la creazione dei Fratelli Barbieri, un aperitivo che ha al suo interno il mondo intero.

“Giusto. Ma parte della sua storia è proprio qui, a Venezia. È qui, dove si incontrano tutte le culture, che ha inizio la sua diffusione spontanea nel mondo. È questo il suo habitat naturale. È qui che si può trovare quello vero, non è così?”

Certo. Vuoi sapere dove? Quando esci da qui, scorri i canali della città, affoga nei suoi suoni, fai nuove conoscenze, corri e vai incontro ad una nuova esperienza.

Scattati una foto in piazza San Marco. Poi cancellala e prendi un aereo per New York. Quando arrivi, cerca il grattacielo più alto e guarda in alto. A un certo punto penserai sicuramente “sky’s the limit”, in quel momento lascia la città, prendi un altro aereo e vai a Londra, cerca il London Eye e guardalo negli occhi. Ma solo per un istante, poi rimettiti in viaggio e fai tappa in Australia, a Sidney. Poi riparti, magari per Parigi, alla volta della Tour Eiffel, o magari per Padova, per Prato della Valle, dove tutto è cominciato.

Non importa dove sarai e con chi, non conterà neanche il tempo, perchè quello che conterà sarà godersi quel preciso istante, in un unico luogo, quello dove le persone si incontrano per condividere un momento di gioia. E proprio in quel momento vedrai un’onda arancione che unirà tutti spontaneamente.

Quando sarai lì dovrai solo chiamarlo, e lui arriverà, quello vero.

Aperol Spritz

Aperol
Spritz

In quel momento ti farai un altro giro indietro nei calici e tornerai al fianco di Silvio Barbieri, di ritorno dal suo lungo soggiorno parigino, quando battezzò la sua creatura ispirandosi al nome dei liquori d’erbe che vide sorseggiare tante volte tra i tavoli degli Champs-Élysées.

“Aperò”, dicevano i francesi della Belle Époque, mentre facevano aperitivo alla fine della Grande Guerra.

“Quindi è per questo che hai iniziato a servire da bere ai turisti come me?”

La mia storia
è in quel bicchiere.

Come Aperol, faccio quello che faccio, in maniera spontanea. C’è chi ci nasce, noi ci siamo nati. Con una sola differenza, io per conoscere il mondo, le culture, creare legami, ho dovuto viaggiare, spostarmi e imparare. Quello che stai bevendo tutto questo l’aveva già nel DNA. Già nel 1919, quando è stato presentato alla fiera internazionale di Padova più di cento anni fa.

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The Spiritheque

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